FAI invita alla bellezza, nel primo week-end di primavera, con la XXXI edizione delle Giornate FAI di Primavera.
Tra le aperture eccezionali, degli oltre 750 siti paesaggistici e culturali del patrimonio italiano, in 400 località, ci sono veri e propri tesori dell’arte e della natura da scoprire.
Sabato 25 e domenica 26 marzo 2023: 31ª edizione delle Giornate FAI di Primavera
Si possono visitare luoghi normalmente inaccessibili e spesso nemmeno conosciuti. Oltre agli eccellenti luoghi delle grandi città.
Anche l’Insubria, così antica e così paesaggisticamente impareggiabile, ha le sue meraviglie. Si sviluppa da Nord a Sud: dal Canton Ticino al Pavese. Da Est a Ovest: dal Sesia alla provincia di Lecco. Comprende le provincie di Varese, Como, Lecco e Sondrio, il Canton Ticino e i Grigioni, e la provincia Verbano-Cusio-Ossola (VB).
Sono oltre 128 i siti FAI in Lombardia.
Ville, palazzi, luoghi di culto, biblioteche, castelli, musei, siti archeologici e aree naturalistiche. Non solo parchi, giardini orti botanici e sentieri ma anche montagne. L’Alpe Pedroria e l’Alpe Madrera a Talamona in provincia di Sondrio, ad esempio.
A Ossuccio, è possibile addentrarsi nello straordinario paesaggio in cui sorge la Torre del Soccorso, normalmente non percorribile.
La torre, detta anche del Barbarossa, domina il lago dal verdeggiante monte Gravona, di fronte all’isola Comacina, dal XII secolo.
È arroccata sullo sperone roccioso che sovrasta il paese di Spurano, a 400 metri di altezza.
Fu costruita come elemento di avvistamento di un ampio sistema difensivo dell’Isola Comacina che comprendeva il castello e le strutture fortificate di Sala, Lezzeno e Cavagnola.
La posizione strategica e il magnifico paesaggio sono oggi ideali per godere di ogni tipo di vacanza. Da quella rilassante, a quella sportiva, culturale o eno-gastronomica.
La zona è puntinata di luoghi naturali tra i più suggestivi del mondo
La vista è unica e immersiva. Proprio per la straordinaria posizione, è meta molto ambita per le vacanze e i rental stagionali, come ad esempio, il Castello di Laglio che fu costruito su una torre di fortificazione del IX secolo.
Da lì partivano i fuochi di segnalazione per avvisare Como e Milano dell’invasione delle orde barbariche.
In questo che era un posto di vedetta strategico immaginate che vista! Lo sguardo si perde sia a Nord sia a Sud di Como. È, per come si dice, un luogo “baciato dal sole”.
Il Castello è stato convertito in residenza e divenne un’esotica spettacolare villa, con piscina. Gode di 5 acri di terreno paesaggistico piantumato: palme, frutteti ulivi, ha il rimessaggio per la barca e il molo privato.
Le ristrutturazioni green sono il tema della cosiddetta Direttiva Case Green per l’efficientamento energetico approvata dal Parlamento Europeo.
Lo scopo della direttiva è premere l’acceleratore sul risparmio energetico. Si dovrà dunque intervenire sulle ristrutturazioni e sulle costruzioni ad alta efficienza energetica. Il testo della bozza prevede l’adeguamento del patrimonio immobiliare UE alle previste classi di prestazione energetica.
La classe energetica E entro il 1° gennaio 2030 e la classe D entro il 1° gennaio 2033.
Ogni nazione Ue deve individuare e intervenire sul 15% del proprio stock immobiliare inquinante ed energivoro.
Il traguardo sulle ristrutturazioni green è molto importante ma complessa è la sua riuscita La direttiva tiene infatti conto di una serie di fondamentali eccezioni
L’obbligo non è esteso agli edifici ubicati nei centri storici. Non riguarda gli immobili sottoposti a tutela dei Beni Culturali e nemmeno quelli che, in seguito ai lavori, potrebbero subire una svalutazione del valore architettonico.
L’articolo 3, comma 4, della bozza tutela da richieste di ristrutturazioni non realistiche o non realizzabili.
Sono esclusi, dall’obbligo, anche le case da affittare per le vacanze, le chiese e altri edifici di culto.
Ogni Paese gestirà il proprio piano nazionale per le ristrutturazioni green di immobili vetusti e inquinanti
L’Italia detiene un sostanzioso patrimonio immobiliare di rilevanza artistica e storica. Dalle dimore storiche, ai monumenti o edifici sottoposti a vincolo monumentale, con decreto del Ministro dei beni culturali e ambientali. In conformità alle prescrizioni procedurali del D. Lgs. 490/1999, questi sono esentati dalle ristrutturazioni o dall’obbligo di ristrutturazione green.
Intervenire a favore di sostenibilità non è più solo una scelta etica. È la necessità di concretamento per un futuro vivibile e perseguibile.
BARNES Como è attenta ai temi della sostenibilità. Offre un team di esperti in ristrutturazioni per migliorare l’esperienza abitativa in un’ottica di controllo dei consumi.
Per aumentare l’efficientamento energetico possiamo adottare, nelle nostre case, scelte semplici. Ad esempio: cambiare la caldaia e gli infissi, ridurre l’utilizzo di combustibili fossili (carbone, petrolio, gas). Optare per una cucina a induzione.
Quali incentivi per la ristrutturazione saranno ancora in vigore per tutto il 2023?
Nel 2023 sarà ancora possibile usufruire di incentivi e detrazioni.
Saranno in vigore ancora:
il bonus ristrutturazioni al 50% e l’ecobonus con detrazioni dal 50% all’85%.
il conto termico che offre un incentivo a fondo perduto erogato via bonifico,
la detrazione al 19% per il restauro dei beni vincolati, che può essere cumulata al bonus 50%,
il bonus verde per intervenire su giardini, terrazze e balconi, con una detrazione al 36%
il bonus per abbattimento barriere architettoniche, con detrazione al 75%.
I nuovi frontalieri sono medici e manager svizzeri. Lavorano in Canton Ticino ma decidono di comprare casa a Ponte Chiasso o dintorni della regione insubrica, che comprende le province di Como, Lecco, Varese. La vita qui costa meno che in Svizzera.
C’è un’inversione di tendenza
Non è più solo l’italiano che, ogni giorno, attraversa il confine con la Svizzera per un lavoro meglio retribuito.
Il frontaliere inverso è il professionista svizzero che, pur lavorando nel proprio Paese, decide di comprare casa in Italia.
Il numero di chi sceglie di lasciare il Canton Ticino per acquistare una casa a Ponte Chiasso o nella provincia di Como è più alto di chi, prima, si trasferiva a Bellinzona o a Lugano
Chi si trasferisce in Italia gode del privilegio di non pagare l’assicurazione medica, obbligatoria in Svizzera. Gli affitti in Svizzera raggiungono i duemila franchi al mese, la vita è cara poi ci sono utenze e spese. I motivi della scelta di comprare casa in Italia possono essere diversi. Il fenomeno ha impatto sull’economia, sulle relazioni internazionali e sulla vita dei frontalieri stessi. I frontalieri sono risorse preziose per quelle
imprese che cercano di ridurre i costi del lavoro. Viceversa le aziende offrono migliori opportunità di guadagno rispetto a quelle del Paese di residenza. Tutto ciò è strettamente connesso al mercato immobiliare. Le richieste di immobili residenziali, da parte di clienti svizzeri sono cresciute, e BARNES Como ha, anche off market, esclusive soluzioni in zone strategiche richieste dai frontalieri.
A Ponte Chiasso vendiamo villa, di 250 m²: 8 camere da letto, biblioteca, salone, cucina abitabile, servizi, balconi e veranda
È in buone condizioni e abitabile da subito. La villa è nella zona adiacente il confine italo svizzero, pertanto è molto ambita dai frontalieri. È a pochi minuti di macchina dal centro di Ponte Chiasso e dispone di un garage e di una zona antistante per parcheggio scoperto. In un’ottica di investimento la stessa è frazionabile in almeno tre o massimo cinque appartamenti di lusso. Gli appartamenti, tutti dotati di impianti moderni, di nuove tecnologie e giardino privato, con giardino di proprietà, impianti moderni e nuove tecnologie, possono essere messi a reddito con un ritorno sul capitale del 12%.
Thibault Pontallier, il nuovo responsabile dello sviluppo del Gruppo BARNES International, ha chiesto una riunione strategica con il nostro team direttivo: Angelina Malerba, Mary Baesso e Patrizia Canale e alla presenza del nostro Presidente, Michele Malerba.
Thibault Pontallier è da pochi mesi in BARNES, con l’obiettivo di consolidare la presenza del marchio francese nei Paesi esteri.
Ha definito le principali aree di interesse dei clienti del Gruppo BARNES International.
BARNES Como sta già prendendo numerosi incarichi di Property Finder da facoltosi clienti stranieri.
Thibault Pontallier ha caldeggiato di procedere in questa direzione.
Siamo pertanto orientati a chiudere nuove acquisizioni anche su Milano, per la prossima espansione del marchio.
Grazie ai mandati di ricerca, Property finder, da parte dei nostri clienti esteri abbiamo già rilevanti trattative in corso. Abbiamo già un importante portafoglio di investitori interessati a grossi tagli nella città della Madonnina.
Milano è certamente una città di forte appeal per gli investitori stranieri. I tagli ricercati sono grandi e in zone esclusive, sia nel nuovo, sia nel patrimonio architettonico storico. Da mesi, stiamo già acquisendo immobili di lusso anche a Milano (anche off market) per conto di nostri clienti esteri. Sia in palazzi d’epoca, sia in nuove costruzioni.
Thibault Pontallier è diplomato alla Business School HEC Paris nel 2009.
Ha una radicata esperienza nel mercato del lusso, nel settore immobiliare e nell’industria del vino.
Ha lavorato in Norvegia, Italia, Spagna, New York, Hong Kong, Londra e Parigi.
È stato direttore internazionale e ambasciatore globale di Château-Margaux. Ha maturato una forte esperienza nel mercato del lusso globale. È stato consulente di Russell Reynolds, società specializzata nella ricerca e nel supporto di amministratori delegati.
Thibault Pontallier è anche il co-fondatore di Pont des Arts, il marchio di alta gamma che unisce arte e vini e liquori pregiati.
Alla luce di queste importanti previsioni BARNES Como sta selezionando Agenti Immobiliari con una spiccata propensione al mercato del lusso e degli immobili di prestigio e una forte conoscenza del territorio.
Nella foto di copertina: Thibault Pontallier al centro, Angelina Malerba e Mary Baesso alla sua destra, Patrizia Canale e Michele Malerba alla sua sinistra
La causatività è una delle parole chiave del successo, delle relazioni professionali e non solo. È la capacità di sentirsi responsabili o causa del proprio vissuto. Causatività è sinonimo di consapevolezza. È ammissione di un valore personale, di una skill motivazionale: noi siamo in grado di influenzare ciò che ci accade. Avere un atteggiamento causativo nei confronti delle circostanze genera positività che influenza l’ambiente. La causatività genera un circolo virtuoso di pensiero, azione, emozioni. È uno degli elementi imprescindibili per il successo.
Si è appena concluso a Bologna il Corso di due giorni sulle soft skill, organizzato da Guru Jobs con Samantha Marzullo (co-founder di Guru Jobs, nella foto con il nostro team management). Ne parliamo con Angelina Malerba, Partner Ceo di BARNES Como.
Cosa significa per un Leader essere “causativo”?
“Il leader causativo si assume in toto la responsabilità dei risultati del suo team. Non delega ad altri (o a fattori esterni) la responsabilità del mancato raggiungimento degli obiettivi ma si impegna quotidianamente per migliorare le relazioni con e tra i propri collaboratori. Essere causativo significa potenziare le proprie competenze aggiornandosi, leggendo, partecipando a corsi di approfondimento e supporta i collaboratori affinché possano raggiungere gli obiettivi aziendali”.
Johann Wolfgang von Goethe, universale nel pensiero sostiene che: “Il più felice degli uomini è chi apprezza i meriti degli altri, e trova gioia nel loro piacere, come fossero i propri”.
“Educazione e formazione occidentali” sottolinea Mary Baesso, vicedirettore di BARNES Como “si basano su secoli di filosofia punitiva. La filosofia del rimprovero e quella dei sensi di colpa ingenerano nell’individuo, e quindi in un team, un atteggiamento limitante. Il buon leader si fa carico dei problemi e delle mancanze dei collaboratori. Non recrimina, non critica ma ha un atteggiamento proattivo alla risoluzione”.
BARNES Como, che vuole potenziare nel 2023 la sua rete di vendita, è alla ricerca di agenti immobiliari e di nuovi collaboratori.
Qual è il consiglio per un colloquio di successo?
Risponde Patrizia Canale, Direttore Commerciale di BARNES Como
“Il candidato ideale è quello che oltre alle hard skill ha una gamma di soft skill che lo rendendolo idoneo, non solo al lavoro ma al team stesso. Empatia, pazienza, problem solving, comunicazione efficace ed assertiva, gestione del tempo ecc rendono unico un candidato. Le soft skill sono le sue competenze trasversali. Grazie a i-profile, lo strumento di selezione di Guru Jobs, siamo in grado di individuare i collaboratori idonei per le esigenze di una clientela di lusso e di un mercato dinamico che sa fare della concorrenza un’opportunità”.
Come scrive, in The Change, Edoardo Costa che è stato nostro ospite lo scorso dicembre: Nulla di ciò che ci succede è casuale ma causale: non succede a noi ma per noi. Non ci sono impossibili o segreti varchi da superare ma situazioni reali bloccate dalla nostra cecità e dalle nostre ostinazioni, dal reiterare sempre in un’unica direzione, credendola l’unica e la possibile.
Il Gran Ballo delle Debuttanti debutta nella cornice magica di Venezia, grazie alla determinazione e a un’intuizione del Direttore d’Orchestra: Silvia Casarin Rizzolo.
Per lei, abituata a dirigere orchestre in tutto il mondo, Venezia non è solo luogo del ritorno. Venezia è culla della formazione professionale. L’8 dicembre p.v., alla Scuola Grande San Giovanni, Silvia Casarin Rizzolo dirigerà l’orchestra del Gran Ballo delle Debuttanti da lei fortemente voluto.
Già a undici anni aveva le idee chiare su cosa fare da grande. Il segreto del suo successo è tutto nel suo motto esistenziale.
“Ogni problema è un’opportunità”.
Questo modo ottimistico di affrontare la vita nasce da logica esperienziale. Da bambina studiava danza. Era affascinata dall’eleganza dei movimenti e da quella potente connessione tra corpo, anima, musica che dà vita a suggestive immagini. Sognava una carriera nel balletto classico. Era pronta per l’Accademia di Danza della Scala di Milano.
Purtroppo, per via di un infortunio dovette smettere di danzare. Durante i sei mesi di riabilitazione iniziò a studiare pianoforte.
Come folgorata da un’intuizione, ebbe chiaro che da grande avrebbe fatto la direttrice d’orchestra.
Aveva undici anni e quella decisione fu la genesi della sua promettente formazione.
A sedici, iniziò lo studio della Direzione d’Orchestra. A diciotto, condusse la direzione dell’Orchestra del Teatro dell’Opera di Sofia.
La sua eccezionale carriera va dagli anni dell’attività di assistenza – con il Mº Claudio Abbado e con il Mº Zubin Metha – fino alla direzione delle più importanti orchestre nel mondo.
Nella splendida cornice della Scuola Grande San Giovanni Evangelista, andrà in scena la prima edizione del Gran Ballo delle Debuttanti di Venezia. Una prima assoluta per la laguna.
La Scuola Grande San Giovanni è tempio d’arte e d’architettura. Vi sono conservati esempi illustri di stile che vanno dal gotico, al rinascimentale, fino al Barocco veneziano. Questa location, fortemente voluta dal M° Silvia Casarin Rizzolo, è sia sede museale sia sede dell’omonima confraternita. È un luogo suggestivo.
Abbiamo chiesto al M° Silvia Casarin Rizzolo alcune anticipazioni sul programma della serata.
– Maestro, il suo repertorio include Sinfonico, Opera, Sacra, Barocca e Balletto Classico. Ci dà un’anticipazione sul programma che impaginerà per questo duplice debutto: quello di Venezia e quello simbolico delle giovani in società?
Innanzi tutto, mi fa piacere ricordare che la Scuola Grande di San Giovanni Evangelista è la più grande e la più antica di Venezia.Per la prima volta dalla sua fondazione nel 1261, apre le porte alla danza e lo fa per noi.
Quindi, per coronare questa notte di sogno, la storia di questo amatissimo evento e, al contempo, questa esclusiva storica veneziana, ho creato un programma fedele alla migliore tradizione europea anglosassone, con i più famosi e amati valzer della famiglia Strauss.
Ci sarà anche un cameo di valzer di Tchaikovsky, danzato dai Ballerini del Teatro della Scala di Milano. Ho anche creato una novità esclusiva: il Premio Queen of the Waltz e King of the Waltz. I vincitori danzeranno protagonisti su un omaggio musicale al valzer declinato all’italiana, di Verdi-Rota, tratto dal celebre film: Il Gattopardo di Luchino Visconti, per onorare sia il genio creativo italiano sia il più antico Festival del Cinema, quello del Lido di Venezia.
– Diffusosi in Austria e poi in Germania, il valzer approdò in Italia. Qui da noi, venne contaminato dalle parole. Prese una “deriva” da ballo da sala, con una declinazione popolare. Questo però non è avvenuto nell’Opera dove anzi il libretto, dal carattere poetico, narrativo e drammatico, è presente. Il recitar cantando è un linguaggio convenzionale sostenuto da timbri vocali e presenza scenica. Di fatto, talvolta, le parole sono sì percepite ma non comprese. È verosimile affermare che sia stato proprio l’inserimento del testo “leggero” a snaturare il valzer italiano della sua originale eleganza?
Il valzer, già dalle sue origini europee, ha sempre avuto una matrice binaria, pur essendo in tempo ternario.Una prima matrice, classica, alta, ne ha visto la dedica compositiva dei più grandi compositori del Sette/Ottocento europeo. Una seconda, epiù popolare, ne ha visto la grande e rapida diffusione, essendo il primo ballo della storia in cui si potesse danzare abbracciati.
Senza nulla togliere alla componente alta, penso che il grande amore, la grande fama e la diffusione del valzer siano dovuti proprio all’elemento popolare, umano, tanto in Europa quanto in Italia. Credo che nemmeno il tango (altro grande fenomeno di genere di danza internazionale) sia riuscito a offuscare l’eleganza, la fama, la popolarità, e la gioia che il valzer evoca in tutti noi, al solo sentirne le prime note!
– Essere ottimisti vuol dire cercare di cogliere le occasioni anche dalle criticità. In quest’epoca di crisi e di transizione tra un prima e un dopo – la pandemia ma anche la guerra o la morte di Elisabetta II, – in quest’epoca che sembra spingersi verso una forte destabilizzazione umana, i giovani non sembrano interessati alla musica classica. Non è tra le loro tendenze. Forse perché impone ascolto e concentrazione? Nelle canzoni contemporanee i testi sono veloci, ripetitivi, quasi anestetizzanti e talvolta la musica è assoggettata al ruolo secondario di accompagnamento. Come si possono sensibilizzare i giovani all’ascolto della musica classica?
È una giusta e profonda osservazione. Il difficile tempo della pandemia ha costretto tutti a pensare intimamente a molti aspetti del mondo e della propria vita. Ho visto colleghi cambiare lavoro, altri cambiare abitudini, vita, partner, o addirittura nazione.L’arte ha indubbiamente aiutato, in quei momenti di reclusione, sia come semplice intrattenimento sia per coltivare hobby, per i quali spesso non si trova tempo.
Avvicinare i giovani alla musica è – credo – più semplice di quanto si pensi.
Nel mio percorso professionale ho diretto, per tre anni, il progetto Fenice Educational, dopo esser stata la prima direttrice a dirigere l’orchestra del Teatro la Fenice, dalla sua fondazione a oggi.
Abbiamo diretto e suonato davanti a migliaia di ragazzi di tutte le età, avendo sempre la loro totale attenzione e il loro gradimento. Servono progetti mirati, fatti con amore e sensibilità. Il messaggio è far capire che la musica non ha limiti, che non deve avere né etichette, né confini e che Mozart può essere rock e magari John Williams classico (per chi non lo sapesse è il compositore vivente di musiche da film più incredibile al mondo!).
Ringraziamo il M° Silvia Casarin Rizzolo per la sua disponibilità. Torneremo a parlare del Gran Ballo delle Debuttanti di Venezia, nelle prossime newsletter, con le altre novità dell’evento.
Sono io che ringrazio Barnes Como per questa intervista. Ho un ricordo molto bello del mio soggiorno a Villa Faggeto, nella quale sono stata vostra ospite durante un evento. Questo territorio, tutto il Lago di Como, pulsa di eleganza cultura storia. Vincenzo Bellini amava Como, e fu proprio nella villa di Moltrasio che compose: La straniera e La sonnambula. Infine, permettetemi di spendere due parole di profonda stima e di affetto per il vostro Vicedirettore: Mary Baesso. Già in passato ne ho potuto apprezzare la professionalità, le competenze e la grande umanità.
Vi arrivò nel settembre 1918, convalescente. Stresa lo accolse benefica, dopo una serie di interventi che il giovane Ernest dovette subire.
Era stato ferito sotto un bombardamento, mentre prestava servizio volontario presso la Croce Rossa.
Subì dodici operazioni chirurgiche per l’estrazione di più di duecento schegge conficcate nella gamba.
Hemingway restò ammaliato dalla bellezza del paesaggio lacustre, che gli evocava i suoi territori natii, tanto da fotografarli nella sua narrativa essenziale e concisa.
In A Farewall to Arms, Addio alle Armi, ci sono pagine d’amore per la perla del Verbano.
Inestimabile è il valore letterario e turistico, di quelle righe di prosa dal gusto poetico.
M’incamminai verso l’Iles Borromées, con la valigia, sotto la pioggia. Vidi una carrozza e feci segno al vetturino, perché era meglio d’arrivare in carrozza. Ci fermammo dopo aver attraversato il giardino, il portiere uscì con l’ombrello e fu molto gentile. Mi accompagnò in una bella stanza, molto ampia, con le finestre sul lago. Pesanti nuvole stavano sul lago ma col sole sapevo che sarebbe stato meraviglioso.
Le descrizioni dettagliate, impresse nelle pagine di Hemingway, sono la prova della profonda conoscenza di questi luoghi, ideali per la quiete e l’ispirazione artistica.
Cita l’Isolabella e le muraglie che calano a picco nel lago profondo, l’Isola dei Pescatori e l’acqua buia, levigata e freddissima.
Non riuscimmo a prendere nemmeno un pesce benché, a volte, i cerchi sull’acqua avvertissero della loro presenza.
Stresa, le sue colline, i dintorni incastonati tra acqua e roccia, gli restarono nel cuore.
Tornò due volte a Stresa. Elesse il Grand Hôtel des Iles Borromées sede di lavoro. Lì rilasciava interviste, incontrava personaggi illustri. Vi tornò con la seconda moglie: Pauline Pfeiffer, ricca ereditiera, redattrice di Vogue. Vi fece ritorno con la quarta moglie: Mary Welsh, inviata di Time e di Life.
Incontrava spesso Arnoldo Mondadori, a Villa Verbanella, a Meina.
Lo scrittore era di casa sul Lago Maggiore, era an old client, per come si firmò sul libro degli ospiti.
An old client che, ancora oggi, ha luoghi dedicati.
La suite 106 che lo ospitò porta il suo nome, è al primo piano del palazzo liberty, ed è ambita da clienti facoltosi.
L’impareggiabile citazione letteraria ha reso universali questi territori che hanno un forte appeal per le più svariate esigenze turistiche, dal turista culturale, a quello sportivo, a chi cerca relax e benessere.
Nessuno resta indifferente alla bellezza del territorio, a Stresa o a Verbania, sulla sponda opposta, dietro a Pallanza, su uno spigolo di Lago.
A Pallanza anche le case sono belle e con la barca si può andar alle isole dove vivono i pescatori, c’è un ristorante nella più grande.
Noi, di BARNES Como, crediamo nell’esclusività di questo territorio legato alla cultura e alla letteratura mondiale, e ci siamo focalizzati sulla possibilità di recupero di alcuni importanti immobili.
A Verbania, ad esempio, l’Ex Colonia Ettore Motta è oggi riconvertibile in struttura ricettiva turistica.
Ex Colonia Ettore Motta, Verbania
L’impianto edilizio, di notevole consistenza, è in vendita qui. Occupa un’area extraurbana che alterna terrazzamenti a tratti boschivi. La posizione è dominante sul golfo Borromeo, l’estensione del parco, la morfologia, la localizzazione e il complesso, sono caratteristiche esclusive.
Il lotto gode di una spettacolare vista sull’intero Golfo Borromeo, e su tutti i territori citati da Hemingway.
Dà sul versante piemontese con le sue deliziose Isola Bella, Isola Madre e Isola Superiore o Dei Pescatori. Su uno scorcio di riva lombarda. Sui rami di lago che si protendono a nord verso la Svizzera e a Sud verso la valle del Ticino.
Passato Luino, Cannero, Cannobio e Tranzano – disse – Non sarà in Svizzera prima d’aver raggiunto Brissago. Deve passare il Monte Tamara.
Puntai sul remo di sinistra e mi portai a riva, girai la barca in modo da metterla parallela a terra, ritirai i remi, assicurai la catena all’anello e saltai sulla pietra bagnata della riva. Ero in Svizzera.
In accordo con l’amministrazione comunale l’attuale proprietà ha elaborato un progetto di recupero degli immobili. È possibile un ampliamento della volumetria. L’intervento, coerente con il piano regolatore, prevede la conversione da colonia a villaggio turistico. Questo è in linea con la valorizzazione del territorio e del patrimonio storico edilizio.
Il piano di riconversione offre persino la possibilità di realizzare un sottopasso di accesso diretto al lago.
Contattateci per ogni altra informazione o per effettuare un sopralluogo in loco.
Anton Giulio Grande è un visionario, un sognatore. La bellezza da sempre lo guida, da sempre lo ispira.
Le sue radici si fondano nella meticolosa eleganza di una famiglia matriarcale. Nasce in una terra, la Calabria, piena di arte, cultura, meraviglia e tradizioni iconiche. Dal bustier allo scialle con le frange, dalla predominanza del nero ai ricami a nido d’ape. Le collezioni di Anton Giulio Grande evocano un’antica eleganza femminile.
Da bambino osservava sua madre. Raffinata di buone maniere e gesti garbati. In perenne equilibrio tra sobrietà di una rigida educazione ed estro misurato del bon ton. Osservava la nonna, quella paterna. China sul telaio e mai stanca di un diteggiar sapiente. Aveva nelle mani la saggezza dell’ordito e i segreti tridimensionali di quei fili che sfumavano nelle lunghe frange. In confidenza con l’antica arte araba del macramè.
Il talento di Anton Giulio Grande coincide col suo sogno. Sin da bambino indagava la bellezza femminile. Immaginava di disegnar capi per le soubrette degli spettacoli televisivi del sabato sera.
Da giovane si distingue nell’alta moda per le importanti collaborazioni. Spicca per il suo stile di ricerca interpretativa del fascino, come strumento di seduzione.
Le sue creazioni, studiate per interpretare bellezza e sensualità, hanno sedotto proprio le icone dello star system e non solo. I suoi capi sono spesso protagonisti di produzioni cine televisive.
La moda è emozione e ispirazione. La moda è evoluzione, arte del cambiamento. È un viaggio dentro una grande invenzione che si chiama passione per il proprio lavoro. La più felice delle intuizioni di un uomo.
Alla passione per il lusso si unisce la maestria dell’esperienza sartoriale. Ancora oggi le sue collezioni escono dai laboratori artigianali, delle sarte di Calabria.
Per indossare un abito AGG non è essenziale un fisico perfetto, statuario. È essenziale lo spirito col quale lo si indossa. Nei suoi abiti c’è la storia dell’evoluzione femminile, c’è la storia dei tessuti. C’è sinergia tra il carattere femmineo che enfatizza l’abito e il carattere dell’abito che enfatizza la grazia muliebre delle forme.
Mary Baesso, vicedirettore di BARNES Como, cura l’organizzazione e la produzione di servizi luxury sul territorio. Grazie al loro rapporto di fiducia, consolidatosi in anni di collaborazioni, Anton Giulio Grande ha scelto di farsi intervistare da Mary, per BARNES Como.
Anton Giulio Grande diventa un punto di riferimento per BARNES Como, con servizi esclusivi dedicati ai nostri clienti.
Quali sono le tendenze per la prossima estate, quale colore indossare per una cena romantica su una terrazza in riva al Lago?
Si possono utilizzare tantissimi colori perché lo sfondo è unico. Utilizzerei colori delicati, per esempio il colore lavanda o il glicine, per esprimere ed esaltare la sensualità, la femminilità, la delicatezza.
È il corpo che modella l’abito o l’abito che modella il corpo?
Entrambi. La bravura di un couturier è quella di enfatizzare le parti femminili esaltando così le parti più belle, valorizzando e rendendo bella ogni silhouette. L’abito può essere anche un mezzo di comunicazione per la donna. Quest’ultima può lanciare dei messaggi di seduzione e provocazione.
Quali sono i colori di tendenza per l’estate 2022?
Forti, accesi e vivaci. Il giallo, il blu, l’arancio, il verde. Colori evocativi delle tavolozze delle donne tahitiane di Gauguin.
Moda e cinema: ci indica un’icona femminile che li riassume entrambi?
Impossibile citarne una soltanto, perché il cinema è costellato di icone che hanno ispirato il mondo dell’alta moda internazionale.
Rita Hayworth, la prima icona che mi viene in mente. Con lei ricordiamo lo striptease più casto, elegante, sensuale e memorabile della storia del cinema nel film Gilda. La Hayworth con pochi gesti definisce un mito giunto sino ai nostri tempi. Un guanto nero sfilato con estrema sensualità, un vestito nero con uno spacco a portafoglio realizzato dal costumista Jean Louis, le mani sulla testa che scompigliano i capelli. Tutto questo ha contribuito a consolidare l’immagine di femme fatale nell’immaginario collettivo.
Impossibile non citare Audrey Hepburn con il tubino nero di Givenchy nel film Colazione da Tiffany che diventa iconico! Un capo che ha rivoluzionato il guardaroba femminile.
Desidero ricordare anche la scena dove la gonna del vestito di Marlyn Monroe si alza, nel film Quando la moglie è in vacanza, a causa dell’aria che sale dalla grata di aerazione della metropolitana. La gonna si apre come una ruota! L’abito indossato da Marlyn Monroe è un vestito da cocktail che scopre la schiena, con una profonda scollatura a V davanti.
Però voglio ricordare anche Omar Sharif indimenticato Dottor Zivago, con il suo cappotto da cosacco napoleonico.
Per informazioni o fissare un appuntamento presso uno degli atelier AGG i nostri clienti possono scrivere a maison@antongiuliogrande.it.
Angelina Malerba – Managing Partner BARNES Como
Troviamo l’immobile che fa per te!
Rispondi alle seguenti domande, ti invieremo una selezione di proprietà che corrispondono ai tuoi criteri di ricerca.
Angelina Malerba – Managing Partner BARNES Como
Rispondi alle seguenti domande, il tuo manager personale ti contatterà a breve.
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