Anton Giulio Grande, ritratto di un sognatore

2 giugno 2022



Anton Giulio Grande è un visionario, un sognatore. La bellezza da sempre lo guida, da sempre lo ispira.

Le sue radici si fondano nella meticolosa eleganza di una famiglia matriarcale. Nasce in una terra, la Calabria, piena di arte, cultura, meraviglia e tradizioni iconiche. Dal bustier allo scialle con le frange, dalla predominanza del nero ai ricami a nido d’ape. Le collezioni di Anton Giulio Grande evocano un’antica eleganza femminile.

Da bambino osservava sua madre. Raffinata di buone maniere e gesti garbati. In perenne equilibrio tra sobrietà di una rigida educazione ed estro misurato del bon ton. Osservava la nonna, quella paterna. China sul telaio e mai stanca di un diteggiar sapiente. Aveva nelle mani la saggezza dell’ordito e i segreti tridimensionali di quei fili che sfumavano nelle lunghe frange. In confidenza con l’antica arte araba del macramè.

Il talento di Anton Giulio Grande coincide col suo sogno. Sin da bambino indagava la bellezza femminile. Immaginava di disegnar capi per le soubrette degli spettacoli televisivi del sabato sera.

Modella sfila abito nero cortoModella sfila in abito lungo rosa acceso Modella sfila in abito lungo oro rosa

Da giovane si distingue nell’alta moda per le importanti collaborazioni. Spicca per il suo stile di ricerca interpretativa del fascino, come strumento di seduzione.

Le sue creazioni, studiate per interpretare bellezza e sensualità, hanno sedotto proprio le icone dello star system e non solo. I suoi capi sono spesso protagonisti di produzioni cine televisive.

La moda è emozione e ispirazione. La moda è evoluzione, arte del cambiamento. È un viaggio dentro una grande invenzione che si chiama passione per il proprio lavoro. La più felice delle intuizioni di un uomo.

Alla passione per il lusso si unisce la maestria dell’esperienza sartoriale. Ancora oggi le sue collezioni escono dai laboratori artigianali, delle sarte di Calabria.

Per indossare un abito AGG non è essenziale un fisico perfetto, statuario. È essenziale lo spirito col quale lo si indossa. Nei suoi abiti c’è la storia dell’evoluzione femminile, c’è la storia dei tessuti. C’è sinergia tra il carattere femmineo che enfatizza l’abito e il carattere dell’abito che enfatizza la grazia muliebre delle forme.

Mary Baesso, vicedirettore di BARNES Como, cura l’organizzazione e la produzione di servizi luxury sul territorio. Grazie al loro rapporto di fiducia, consolidatosi in anni di collaborazioni, Anton Giulio Grande ha scelto di farsi intervistare da Mary, per BARNES Como.


Anton Giulio Grande diventa un punto di riferimento per BARNES Como, con servizi esclusivi dedicati ai nostri clienti.

Quali sono le tendenze per la prossima estate, quale colore indossare per una cena romantica su una terrazza in riva al Lago?

Si possono utilizzare tantissimi colori perché lo sfondo è unico. Utilizzerei colori delicati, per esempio il colore lavanda o il glicine, per esprimere ed esaltare la sensualità, la femminilità, la delicatezza.

È il corpo che modella l’abito o l’abito che modella il corpo?

Entrambi. La bravura di un couturier è quella di enfatizzare le parti femminili esaltando così le parti più belle, valorizzando e rendendo bella ogni silhouette. L’abito può essere anche un mezzo di comunicazione per la donna. Quest’ultima può lanciare dei messaggi di seduzione e provocazione.

Quali sono i colori di tendenza per l’estate 2022?

Forti, accesi e vivaci. Il giallo, il blu, l’arancio, il verde. Colori evocativi delle tavolozze delle donne tahitiane di Gauguin.

Moda e cinema: ci indica un’icona femminile che li riassume entrambi?

Impossibile citarne una soltanto, perché il cinema è costellato di icone che hanno ispirato il mondo dell’alta moda internazionale.

Rita Hayworth, la prima icona che mi viene in mente. Con lei ricordiamo lo striptease più casto, elegante, sensuale e memorabile della storia del cinema nel film Gilda. La Hayworth con pochi gesti definisce un mito giunto sino ai nostri tempi. Un guanto nero sfilato con estrema sensualità, un vestito nero con uno spacco a portafoglio realizzato dal costumista Jean Louis, le mani sulla testa che scompigliano i capelli. Tutto questo ha contribuito a consolidare l’immagine di femme fatale nell’immaginario collettivo.

Impossibile non citare Audrey Hepburn con il tubino nero di Givenchy nel film Colazione da Tiffany che diventa iconico! Un capo che ha rivoluzionato il guardaroba femminile.

Desidero ricordare anche la scena dove la gonna del vestito di Marlyn Monroe si alza, nel film Quando la moglie è in vacanza, a causa dell’aria che sale dalla grata di aerazione della metropolitana. La gonna si apre come una ruota! L’abito indossato da Marlyn Monroe è un vestito da cocktail che scopre la schiena, con una profonda scollatura a V davanti.

Però voglio ricordare anche Omar Sharif indimenticato Dottor Zivago, con il suo cappotto da cosacco napoleonico.

Per informazioni o fissare un appuntamento presso uno degli atelier AGG i nostri clienti possono scrivere a maison@antongiuliogrande.it.

Modella in abito nero lungo con maschera posa per un servizio fotograficoModella in abito bianco lungo con pizzo posa per un servizio fotografico

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