Il Gran Ballo delle Debuttanti debutta nella cornice magica di Venezia, grazie alla determinazione e a un’intuizione del Direttore d’Orchestra: Silvia Casarin Rizzolo.
Per lei, abituata a dirigere orchestre in tutto il mondo, Venezia non è solo luogo del ritorno. Venezia è culla della formazione professionale. L’8 dicembre p.v., alla Scuola Grande San Giovanni, Silvia Casarin Rizzolo dirigerà l’orchestra del Gran Ballo delle Debuttanti da lei fortemente voluto.
Già a undici anni aveva le idee chiare su cosa fare da grande. Il segreto del suo successo è tutto nel suo motto esistenziale.
“Ogni problema è un’opportunità”.
Questo modo ottimistico di affrontare la vita nasce da logica esperienziale.Da bambina studiava danza. Era affascinata dall’eleganza dei movimenti e da quella potente connessione tra corpo, anima, musica che dà vita a suggestive immagini. Sognava una carriera nel balletto classico. Era pronta per l’Accademia di Danza della Scala di Milano.
Purtroppo, per via di un infortunio dovette smettere di danzare. Durante i sei mesi di riabilitazione iniziò a studiare pianoforte.
Come folgorata da un’intuizione, ebbe chiaro che da grande avrebbe fatto la direttrice d’orchestra.
Aveva undici anni e quella decisione fu la genesi della sua promettente formazione.
A sedici, iniziò lo studio della Direzione d’Orchestra. A diciotto, condusse la direzione dell’Orchestra del Teatro dell’Opera di Sofia.
La sua eccezionale carriera va dagli anni dell’attività di assistenza – con il Mº Claudio Abbado e con il Mº Zubin Metha – fino alla direzione delle più importanti orchestre nel mondo.
Nella splendida cornice della Scuola Grande San Giovanni Evangelista, andrà in scena la prima edizione del Gran Ballo delle Debuttanti di Venezia. Una prima assoluta per la laguna.
La Scuola Grande San Giovanni è tempio d’arte e d’architettura. Vi sono conservati esempi illustri di stile che vanno dal gotico, al rinascimentale, fino al Barocco veneziano. Questa location, fortemente voluta dal M° Silvia Casarin Rizzolo, è sia sede museale sia sede dell’omonima confraternita. È un luogo suggestivo.
Abbiamo chiesto al M° Silvia Casarin Rizzolo alcune anticipazioni sul programma della serata.
– Maestro, il suo repertorio include Sinfonico, Opera, Sacra, Barocca e Balletto Classico. Ci dà un’anticipazione sul programma che impaginerà per questo duplice debutto: quello di Venezia e quello simbolico delle giovani in società?
Innanzi tutto, mi fa piacere ricordare che la Scuola Grande di San Giovanni Evangelista è la più grande e la più antica di Venezia. Per la prima volta dalla sua fondazione nel 1261, apre le porte alla danza e lo fa per noi.
Quindi, per coronare questa notte di sogno, la storia di questo amatissimo evento e, al contempo, questa esclusiva storica veneziana, ho creato un programma fedele alla migliore tradizione europea anglosassone, con i più famosi e amati valzer della famiglia Strauss.
Ci sarà anche un cameo di valzer di Tchaikovsky, danzato dai Ballerini del Teatro della Scala di Milano.Ho anche creato una novità esclusiva: il Premio Queen of the Waltz e King of the Waltz. I vincitori danzeranno protagonisti su un omaggio musicale al valzer declinato all’italiana, di Verdi-Rota, tratto dal celebre film: Il Gattopardo di Luchino Visconti, per onorare sia il genio creativo italiano sia il più antico Festival del Cinema, quello del Lido di Venezia.
– Diffusosi in Austria e poi in Germania, il valzer approdò in Italia. Qui da noi, venne contaminato dalle parole. Prese una “deriva” da ballo da sala, con una declinazione popolare. Questo però non è avvenuto nell’Opera dove anzi il libretto, dal carattere poetico, narrativo e drammatico, è presente. Il recitar cantando è un linguaggio convenzionale sostenuto da timbri vocali e presenza scenica. Di fatto, talvolta, le parole sono sì percepite ma non comprese.È verosimile affermare che sia stato proprio l’inserimento del testo “leggero” a snaturare il valzer italiano della sua originale eleganza?
Il valzer, già dalle sue origini europee, ha sempre avuto una matrice binaria, pur essendo in tempo ternario. Una prima matrice, classica, alta, ne ha visto la dedica compositiva dei più grandi compositori del Sette/Ottocento europeo. Una seconda, e più popolare, ne ha visto la grande e rapida diffusione, essendo il primo ballo della storia in cui si potesse danzare abbracciati.
Senza nulla togliere alla componente alta, penso che il grande amore, la grande fama e la diffusione del valzer siano dovuti proprio all’elemento popolare, umano, tanto in Europa quanto in Italia.Credo che nemmeno il tango (altro grande fenomeno di genere di danza internazionale) sia riuscito a offuscare l’eleganza, la fama, la popolarità, e la gioia che il valzer evoca in tutti noi, al solo sentirne le prime note!
– Essere ottimisti vuol dire cercare di cogliere le occasioni anche dalle criticità. In quest’epoca di crisi e di transizione tra un prima e un dopo – la pandemia ma anche la guerra o la morte di Elisabetta II, – in quest’epoca che sembra spingersi verso una forte destabilizzazione umana, i giovani non sembrano interessati alla musica classica. Non è tra le loro tendenze. Forse perché impone ascolto e concentrazione? Nelle canzoni contemporanee i testi sono veloci, ripetitivi, quasi anestetizzanti e talvolta la musica è assoggettata al ruolo secondario di accompagnamento. Come si possono sensibilizzare i giovani all’ascolto della musica classica?
È una giusta e profonda osservazione. Il difficile tempo della pandemia ha costretto tutti a pensare intimamente a molti aspetti del mondo e della propria vita. Ho visto colleghi cambiare lavoro, altri cambiare abitudini, vita, partner, o addirittura nazione. L’arte ha indubbiamente aiutato, in quei momenti di reclusione, sia come semplice intrattenimento sia per coltivare hobby, per i quali spesso non si trova tempo.
Avvicinare i giovani alla musica è – credo – più semplice di quanto si pensi.
Nel mio percorso professionale ho diretto, per tre anni, il progetto Fenice Educational, dopo esser stata la prima direttrice a dirigere l’orchestra del Teatro la Fenice, dalla sua fondazione a oggi.
Abbiamo diretto e suonato davanti a migliaia di ragazzi di tutte le età, avendo sempre la loro totale attenzione e il loro gradimento. Servono progetti mirati, fatti con amore e sensibilità. Il messaggio è far capire che la musica non ha limiti, che non deve avere né etichette, né confini e che Mozart può essere rock e magari John Williams classico (per chi non lo sapesse è il compositore vivente di musiche da film più incredibile al mondo!).
Ringraziamo il M° Silvia Casarin Rizzolo per la sua disponibilità. Torneremo a parlare del Gran Ballo delle Debuttanti di Venezia, nelle prossime newsletter, con le altre novità dell’evento.
Sono io che ringrazio Barnes Como per questa intervista. Ho un ricordo molto bello del mio soggiorno a Villa Faggeto, nella quale sono stata vostra ospite durante un evento. Questo territorio, tutto il Lago di Como, pulsa di eleganza cultura storia. Vincenzo Bellini amava Como, e fu proprio nella villa di Moltrasio che compose: La straniera e La sonnambula. Infine, permettetemi di spendere due parole di profonda stima e di affetto per il vostro Vicedirettore: Mary Baesso. Già in passato ne ho potuto apprezzare la professionalità, le competenze e la grande umanità.
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